martedì 1 novembre 2011

benvenuti al sud


Alberto Colombo, direttore dell'ufficio postale di Usmate Velate, in Brianza, si vede rigettare la domanda di trasferimento a Milano in quanto preceduto in graduatoria da un collega disabile. Si finge allora paralitico per tentare di ottenere l'agognato trasferimento ed esaudire così il desiderio della moglie Silvia di vivere nel capoluogo della Lombardia e soddisfare aspettative di vita più ambiziose, inclusa quelle che intesse sul futuro scolastico, economico e professionale del figlio Chicco, che potrà accedere agli studi in una "scuola americana". Ma il suo inganno viene maldestramente scoperto, svelato da lui stesso, quando ingenuamente si alza in piedi per salutare l'ispettore inviato a controllare il suo handicap motorio che aveva appena confermato il suo diritto al trasferimento. Alberto, per punizione, viene così trasferito d'ufficio a dirigere l'ufficio postale nel paese di Castellabate, in provincia di Salerno (nel film la sua localizzazione è genericamente indicata nei pressi di Napoli).
Prima di partire verso la nuova destinazione, pena il licenziamento, prende informazioni sulle condizioni di vita nel meridione presso i soci dell'Accademia del gorgonzola di cui fa parte. Alberto viene messo così in guardia da tutte le problematiche pregiudizievoli, umane e ambientali (camorra, rifiuti per strada, caldo afoso), che dovrà affrontare nella nuova sede. Tutti questi moniti, espressi da chi al Sud aveva già vissuto, non fanno altro aumentare preoccupazioni e precauzioni che il direttore lombardo adotterà con l'aiuto della consorte. Dopo aver caricato in macchina estintori, creme solari ad altissima protezione, giubbotti antiproiettile, trappole per topi, e aver nascosto l'anello nuziale d'oro e il proprio orologio di valore, Alberto parte infine per raggiungere la nuova destinazione di lavoro. Il viaggio sarà lungo, malinconico e allucinante, ad andatura così lenta che lo esporrà al rischio di prendere una multa per aver intralciato il traffico, risparmiatagli solo dalla pietà della poliziotta che, saputo dov'era diretto, paragona la sua situazione a quella di un fratello militare, inviato nel Kosovo in guerra. Seguendo le istruzioni dal navigatore satellitare, percorre infine un tratto della caotica Salerno-Reggio Calabria, rimanendo a lungo imbottigliato in un ingorgo. Il viaggio termina a notte fonda, quando giunge sul colle del paesino, accolto da una pioggia scrosciante. A Castellabate, grazie al postino Mattia e ai colleghi Maria, Costabile piccolo e Costabile grande, dopo essere incorso in alcune peripezie, Alberto finisce per apprezzare le bellezze e le abitudini del paesino campano, notando inoltre un basso tasso di criminalità, luoghi ameni, un caldo non troppo afoso e la simpatia degli abitanti, scoprendo infine che le sue idee sul meridione erano solo pregiudizi. Nel tranquillo paesino però, per la contentezza di aver trovato nuovi amici e per lo sforzo di cercare di imitare le abitudini degli abitanti del posto, dovrà vedersela anche spesso con il burbero e inflessibile vigile urbano del luogo, come quando prenderà una multa per aver buttato i suoi rifiuti dalla finestra oppure per aver fatto irruzione in un bar con il ciclomotore di servizio, completamente ubriaco.
Intanto tiene nascosta la realtà a Silvia, persona poco aperta ai cambiamenti e piena di pregiudizi verso il meridione: pensando di poter migliorare il loro rapporto, racconta esattamente l'opposto di quello che sta vivendo, accondiscendendo agli stereotipi a cui la moglie e la sua cerchia di amici sono affezionati: gli racconta di trovarsi male e di vivere in maniera antigienica e pericolosa. Un giorno però Silvia decide di andarlo a trovare, mettendo così Alberto in grave imbarazzo con gli amici, ai quali sarà giocoforza confessare le bugie raccontate alla moglie sul Sud. Essi però, sebbene all'inizio amareggiati e arrabbiati con il direttore, decidono di aiutarlo a sua insaputa facendo in modo che la moglie, giunta a Castellabate, veda avverarsi tutte le menzogne sentite dal marito: organizzano una sceneggiata che mostri il paesino pericoloso, fatiscente e caotico. Alla fine però la verità verrà a galla e la moglie, scoperta tutta la messa in scena, si arrabbierà furiosamente, minacciando la separazione. Alberto svolge quindi un ruolo per riavvicinare Mattia alla collega ed ex fidanzata Maria, che Mattia poi sposerà e dalla quale, alla fine del film, sarà in attesa di un figlio. Questo rivela l'infondatezza delle illazioni della moglie su una sua relazione con la bella collega Maria: Silvia alla fine perdonerà Alberto, e si trasferisce per i due anni successivi al Sud, vicino al marito, insieme al figlio Chicco. Alla fine la permanenza al Sud si rivelerà un'esperienza fantastica, che sarà per Alberto difficile da dimenticare: il film si conclude con la scena di Alberto, triste, in procinto di lasciare la bella e tranquilla Castellabate.

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